Le vaccinazioni nell'Unione europea si stanno svolgendo a rilento rispetto alle aspettative iniziali ha affermato Stefan Schreck del Direttorato generale per la salute e la sicurezza alimentare presso la Commissione UE. Schreck ha definito un grande successo l'accordo a livello dell'Unione, che prevede un negoziato comune per l'acquisto dei vaccini. Pure Milan Brglez, Ljudmila Novak e Klemen Grošelj hanno sottolineato l'importanza di una politica comune e solidale riguardo i vaccini.
Fino al 25 febbraio al 10,6% dei cittadini sloveni è stata somministrata la prima dose del vaccino contro il Covid. Se vogliamo vaccinare il 70% della popolazione adulta entro l'estate, la vaccinazione deve essere accelerata, ha detto ancora Schreck. Questo è un obiettivo molto ambizioso ma realistico. Anche per il capo del dipartimento di Biologia di sintesi e immunologia presso l'Istituto di chimica, Roman Jarle, tale obiettivo potrebbe essere raggiunto a condizione però che le aziende farmaceutiche rispettino gli impegni verso l'Unione europea e che il vaccino sviluppato da Johnson & Johnson sia presto approvato per l'uso nell'UE.
Mario Fagangel, a capo del Centro per le malattie infettive dell'Istituto nazionale di salute pubblica, ha dichiarato che - a livello internazionale - i risultati delle vaccinazioni sono già evidenti: la mortalità è diminuita, così anche il numero delle persone ricoverate per Covid. È comunque necessario impegnarsi per rallentare la diffusione delle infezioni con misure non farmaceutiche, soprattutto alla luce delle nuove varianti del virus. Fafangel ha sottolineato diverse volte che i provvedimenti anti-contagio non possono essere efficaci se le persone non li accettano e non li capiscono: in questo senso la fiducia e la comunicazione con i cittadini è estremamente importante. Ha aggiunto inoltre che sarebbe necessario iniziare a pensare alla possibilità di introdurre test fai-da-te, che sono meno invasivi e potrebbero essere effettuati piu' spesso, ha spiegato Fafangel.
E. P.