L’ATP e la WTA, le due associazioni che gestiscono rispettivamente il circuito maschile e quello femminile del tennis professionistico mondiale, hanno ufficializzato ieri sera la decisione di prolungare lo stop ai tornei di tutto il mondo fino almeno al prossimo 7 giugno. Una decisione anticipata dagli organizzatori del Roland Garros, che avevano comunicato lo spostamento, da fine maggio a fine settembre, del più importante torneo del mondo su terra battuta. A cascata sono arrivate le cancellazioni di Madrid, Roma, Ginevra e Lione, dopo che, oltre ai tornei americani sul cemento, erano già anche caduti nei giorni scorsi Barcellona e Montecarlo. Di fatto tutta la stagione sulla terra rossa sparisce definitivamente, come è inevitabile che fosse. Adesso resta da capire cosa succederà a settembre, visto che il Roland Garros in teoria dovrebbe cominciare soltanto una settimana dopo la conclusione di un’altra prova del Grande Slam, gli US Open di Flushing Meadows, che si giocano in un altro continente e su un’altra superficie, ed in contemporanea alla Laver Cup, il torneo a squadre previsto a Boston che l’ATP ha confermato mettendosi in aperto contrasto con gli organizzatori del torneo parigino. Tuttavia, per come si sta evolvendo la pandemia di Coronavirus, viene da pensare che il problema si risolverà da solo, e temiamo nel peggiore dei modi. Perché se a settembre potremmo davvero preoccuparci di chi e come parteciperà ai vari tornei, allora vorrà dire davvero che, in pratica, non avremo più nulla di cui preoccuparci.
Tommaso Manià