In questa giornata ricorre pure il 25.esimo anniversario dell’operazione „Bljesak-Lampo“ che portò -dopo 4 anni di occupazione- alla liberazione della Slavonia occidentale. Il capo dello stato, Milanović ha abbandonato la cerimonia ufficiale di Okučani. Il presidente croato ha fatto dietro-front ancor prima di raggiungere il palco con le altre autorità statali pronte a rendere omaggio alle vittime dell’operazione avviata il primo maggio del 1995 e che in 31 ore portò alla liberazione di 500 chilometri quadrati della Slavonia occidentale e alla riapertura del tratto autostradale Okučani- Zagabria. La reazione di Milanović è stata determinata dalla presenza alla cerimonia dello slogan ustascia “Za dom spremni” (Per la patria pronti). “Un’offesa alla memoria dei caduti e al ricordo di un avvenimento importante per il paese” ha affermato il Capo dello stato che già in precedenza aveva annunciato tolleranza zero a provocazioni di questo tipo. “Milanović ha il diritto di andarsene noi abbiamo l’obbligo di rimanere” il commento del premier Plenković che ha cercato di minimizzare l’incidente ma forse ancora di più la preoccupante presenza della simbologia ustascia in una cerimonia protocollare. “Aldilà dell’iconografia nutro rispetto per chi ha sacrificato la vita per la Croazia e dunque anche per gli appartenenti al HOS” ha detto il capo dell’ esecutivo riferendosi alle Forze di difesa croate, ala paramilitare dei partiti di estrema destra che -come dimostrano numerose sentenze giudiziarie- commise numerosi crimini di guerra in Croazia ed in Bosnia Erzegovina. “ Quello di Milanović è stato un comportamento inadeguato” il commento del presidente del Parlamento Jandroković mentre a sostegno del Capo dello stato arrivano pronte le reazioni del centro- sinistra che dicono: “Ha rispettato le decisione della Corte Costituzionale che anni fa’ ha sentenziato l’ illegalità del motto ustascia”.

Lionella Pausin Acquavita

Foto: EPA
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