non senza titubanze il suo terzo mandato come presidente della Comunità degli italiani "Giuseppe Tartini" di Pirano, visto che ha detto di aver capito in questi anni "che si tratta di un impegno non da poco". "Solo chi lo ha fatto, sa che tipo di dovere sia la presidenza di una Comunità", ci spiega la Rojec, "e se si vuole fare il bene della Comunità ci si ritrova ad avere un carico di lavoro quotidiano; un impegno dovuto, però, a tutti coloro che lo hanno fatto prima di noi e a tutti coloro che seguiranno". Una responsabilità che la Rojec ha deciso di prendere ancora per quattro anni "per portare a conclusione tutti i grandi progetti in corso, come quello europeo su Tartini", che solo qualcuno che è stato dietro alla sua ideazione può portare a termine senza intoppi.
Un impegno preso dalla Rojec con "l'augurio di venire accompagnata in questo percorso dai giovani entrati nell'assemblea", ai quali spera "di trasmettere il sapere necessario per diventare in futuro loro i dirigenti della Comunità, come, d'altronde i suoi predecessori hanno fatto con lei" quando ha ricoperto questo incarico per la prima volta nel 2010.
Manuela Rojec ha, infatti, detto chiaramente di voler lasciare questo ruolo definitivamente fra quattro anni. "Sono convita che il primo mandato serva per imparare, per entrare in tutti gli ingranaggi finanziari e burocratici; nel secondo poi si incomincia a lavorare con serenità e si presentano i progetti più importanti e nel terzo sopraggiunge un po' di stanchezza, ma si chiude in qualche modo il cerchio", spiega con semplicità la dirigente piranese.
Uno degli obiettivi di questo mandato è, sicuramente, quello di uscire da casa Tartini per andare incontro ai connazionali: "Prima di venire qui in assemblea ho riguardato i buoni propositi che ci eravamo posti nel mandato precedente, alcuni dei quali abbiamo ripreso anche nel programma presentato dalla nostra lista per queste elezioni. Ormai da anni parliamo di aprire una sede dislocata a Pirano per avvicinarci ai nostri soci, la cui età è ormai elevata, e perciò molti hanno difficoltà a venire a Pirano e a salire le scale scoscese della nostra sede". È venuto, quindi il momento di portare in porto questo vecchio progetto, e in attesa di poter usufruire degli spazi che l'Unione italiana ha a Santa Lucia, la Comunità avrebbe già individuato un luogo adatto per aprire una sede periferica temporanea dove trasferire alcune attività e poter incontrare i soci. Un modo ha concluso la Rojec "per avvicinarci a coloro che fanno sì che la Comunità continui ad esistere e diventare, così. partecipi della vita sociale e culturale anche al di fuori di casa Tartini e di Pirano".
Barbara Costamagna