Ancora polemiche di stampo razzista a Trieste, questa volta sul Running Festival, la manifestazione podistica che si terrà in città dal 3 al 5 maggio, accusata appunto di razzismo dopo la decisione degli organizzatori di escludere atleti africani dalla mezza maratona. Organizzazione che si è giustificata dicendo di averlo fatto solo per evitare lo sfruttamento degli stessi atleti africani.
"Abbiamo voluto porre l'attenzione su tutti quegli atleti africani che, seppur bravissimi, vengono portati in Italia e proposti come merce di seconda scelta - ha dichiarato Fabio Carini, organizzatore dell'evento - Nella nostra mezza maratona ci deve essere un equilibrio tra trattamento della persona e valore sportivo. Questo segnale deve partire da Trieste proprio perché la nostra città è multiculurale. È comodo prendere gli atleti più forti, approfittando di manager che li sfruttano. È meno comodo imporre una certa linea affinché nello sport vengano al primo posto il valore dell'atleta e l'etica".
In questo modo però vengono esclusi solo gli atleti africani e da qui sono partite le proteste di chi vede in questa scelta un atto di razzismo.
Il vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Francesco Russo, esponente del Partito Democratico, ha dichiarato "La scusa con cui è stato annunciato che non ci saranno atleti di colore al prossimo Trieste Running Festival è che non ci sono manager onesti in grado di far arrivare nella nostra città atleti capaci di dare lustro e qualità agonistica alla corsa triestina. Ma come mai nel resto del mondo (e anche recentemente a Milano dove un atleta di colore ha stabilito il record della corsa), è possibile ciò che invece impossibile qui?"
La polemica ovviamente si è ingigantita sui social, dove molte persone iscritte hanno annunciato di voler boicottare l'evento, alcuni onestamente travisando anche quanto successo: l'organizzazione infatti non impedisce l'iscrizione alla gara agli atleti africani, ma di fatto ha deciso di non ingaggiare tra i top runner alcun atleta proveniente dall'Africa per le motivazioni citate in precedenza. Decisione che sicuramente rimane discutibile e criticabile e che ancora una volta ha portato alla ribalta nazionale il capoluogo giuliano ed ancora una volta accostandolo al razzismo, in questo caso coinvolgendo lo sport, che dovrebbe invece essere sempre inclusivo ed aggregante.
Davide Fifaco