
“Si tratta di interventi di manutenzione straordinaria”, spiega il presidente dell’esecutivo UI, Marin Corva, sottolineando che si va avanti a fasi onde mettere in sicurezza il palazzo che non viene usato da parecchio tempo. Acquistato dall’Unione italiana alla metà degli anni ’90 per sopperire alla mancanza di spazio nel pericolante e vecchio edificio dell’elementare italiana e ospitare le prime quattro classi, l’ex Ospedale di Buie era stato abbandonato definitivamente nel 2005 con l’apertura della nuova elementare. Negli anni molte le idee sui contenuti: c'è chi lo voleva asilo e chi casa dell’anziano poi però si è andata cristallizzando quella di adibirlo a centro multifunzionale volto alla tutela e valorizzazione del dialetto istroveneto e delle tradizioni ad esso legate.
“Un progetto che stiamo definendo con la Regione istriana, con la Città di Buie e naturalmente anche con la Regione del Veneto”, racconta Corva ed illustrando gli interventi finora eseguiti dice: “Dopo aver attestato l’idoneità statica, ed effettuato la pulizia dell’immobile che era diventato un magazzino, si è proceduto con il cambiamento di tutti gli infissi onde garantire la chiusura dello stabile mentre ora è in corso la ricostruzione del tetto”. Il responsabile della Giunta UI afferma che tutti gli interventi sono stati realizzati con il beneplacito della Sovraintendenza ai beni culturali poiché la struttura è ritenuta storica. Il rifacimento delle finestre e delle diverse entrate, con il restauro di quella principale che è rimasta originale (datata come testimoniato nel rosone 1887), è costato 160.000 euro, mentre altri 165.000 saranno spesi per il tetto.

“Chiusi questi lavori potremmo continuare con il discorso già avviato, come dicevo, con le due regioni e con la municipalità per stabilire il contenuto finale della struttura”, rileva ancora Corva ed aggiunge: “Diciamo che l’aspettativa del territorio, sentite le scuole ed i sodalizi, è sì quella di avere una Casa dell’Istroveneto, con biblioteca, spazi espositivi e di ricerca ma d’altra parte, e poiché la superficie lo permette, è emersa l’idea di adibire alcuni spazi a dormitori che sarebbero utili per ospitare scolaresche o anche altre comitive”. Il presidente dell’esecutivo ricorda infine che l’edificio, che in passato ha ospitato l’ospedale e la scuola, dispone di una cucina ed un refettorio e conclude: “Si potrà sfruttare anche questa opportunità e perciò stiamo pensando di allestire una cucina che possa poi venir usata per incontri culinari, laboratori, presentazioni enogastronomiche”.