Nuovi problemi nel Mediterraneo per l'Italia. Protagonista il rimorchiatore italiano Asso Ventotto, che due giorni fa ha soccorso 101 persone, tra cui 5 bambini e 5 donne incinte, portandole a Tripoli. Ad insorgere la sinistra italiana, le ong e l'Unhcr, che hanno parlato di una violazione delle norme, visto che "la Libia non è un porto sicuro".
"Tutto regolare", invece per i ministri Salvini e Toninelli e per la Guardia costiera che hanno dichiarato che "l'intervento è stato gestito in autonomia dai libici". Un'interpretazione confermata dall'armatore del rimorchiatore, che ha precisato che la richiesta di soccorrere un gommone a circa 1,5 miglia dalla piattaforma "è arrivata dal Marine Department di Sabratah" e le attività "si sono svolte sotto il coordinamento della Coast Guard libica", con un rappresentante dell'autorità salito subito a bordo, per trasferirli su un battello libico, senza proteste ed incidenti.
Nessuna violazione del diritto internazionale per il governo italiano, che smentisce le accuse mosse invece da Nicola Fratoianni, il politico italiano che si trova attualmente sulla nave umanitaria Open Arms, che ha invece raccontato che dopo aver ricevuto una richiesta di aiuto da parte di due gommoni in difficoltà a nord di Sabratah, la Open arms avrebbe subito contattato la guardia costiera italiana senza ricevere indicazioni, per poi rivolgersi ai libici. A soccorrere uno dei gommoni è stata però Asso Ventotto, pare su indicazione libica.
Una storia dalle molte ombre che si spera possano essere chiarite nei prossimi giorni.