La vulcanica , dea ex machina di una tra le comunità più piccole, ma non per questo una delle meno attive, è stata riconfermata alla Presidenza della CI di Crevatini. 150 soci, tra i quali molti giovani, alcuni dei quali affiancano nel suo lavoro la Casagrande. "Devo ammettere di avere con me un gruppo di giovani in gamba", si vanta bonariamente Maria Pia Casagrande che non manca di ricordare che d'altronde si tratta di tutti suoi ex alunni.
La Casagrande è, infatti, la maestra storica di Crevatini, colei che ha tirato su generazioni di alunni della locale scuola elementare in lingua italiana, e che oggi si ritrovano a partecipare attivamente alla vita della Comunità locale e non solo. Tra i suoi allievi, infatti, ci sono anche pezzi da novanta della Comunità nazionale italiana come il Presidente della Can costiera, Alberto Scheriani, che la Casagrande ricorda ancora bambino. "Anche se ho la mia età", ammette la Casagrande, "io la vedo in maniera molto giovanile e cerco di portare avanti un discorso che cerchi di valorizzare la Comunità nazionale; perché siamo onesti, gli italiani sono spesso collocati nel Ventennio, anche se in realtà siamo andati avanti".
A Crevatini, quindi, in questi anni si è cercato "di proporre qualcosa di nuovo e di dialogare con tutti". Importanti, però, per la Casagrande ed i suoi ragazzi il mantenimento delle tradizioni e della memoria di questa località inerpicata sui monti di Muggia. "Tentiamo di creare un legame tra giovani ed anziani incontrandoci durante le feste", spiega la Casagrande, "tentando in queste occasioni di far conoscere ai più giovani la nostra storia e in qualche modo di ritornare al nostro passato, dimenticando le cose brutte". Crevatini d'altronde è una di quelle località che hanno vissuto sulla propria pelle il passaggio del confine, perdendo quello che era il rapporto quotidiano con la vicina Muggia. "Noi di Crevatini ci troviamo in una particolare situazione. Geograficamente il nostro paese si inerpica sui monti di Muggia e, quindi, i nonni e i genitori dei nostri ragazzi sono tutti nati nel comune di Muggia", spiega la Presidente, "questo legame è quindi stato trasmesso anche alle nuove generazioni: un amore per il monte, con un occhio rivolto sempre verso Muggia. D'altronde a Muggia e a Trieste c'erano i cantieri e per i nostri antenati tutto quanto ruotava intorno a queste due località e i nostri genitori ci hanno lasciato questo legame, per quanto poi tutti ormai siamo andati a scuola a Capodistria e la nostra vita sia qua".
Tornando al presente della Comunità, tra i tanti progetti in cantiere, ce n'è già uno che potrebbe vedere la luce verde il prossimo autunno. Si tratterebbe di riproporre la mostra dei fumetti di Topolino editi dalla casa editrice Nerbino negli anni Trenta in Italia, questa volta, però, a Lubiana. Un progetto nato a margine di un'altra iniziativa, come spiega la Casagrande: "Da quattro anni abbiamo dei corsi di una settimana di fumetto, in collaborazione con la CI di Capodistria. In questa occasione ho parlato con il pronipote di un grandissimo editore italiano, Nerbini, e gli ho chiesto se potevamo fare una mostra di fumetti editi da suo nonno. Si tratta di fumetti di Topolino che durante il Ventennio erano proibiti, ma che Nerbini trovò il modo di pubblicare in italiano". Una storia interessante, visto che Nerbini, per non fallire a causa delle pressioni del Regime dovette vendere i diritti alla Mondadori che pubblicò la famosa striscia fino a pochi anni fa.
Questo, però, è solamente uno dei tanti progetti della Comunità che ora però mette in pausa le sue attività per tornare con tante novità, ma con una certezza: a settembre, come quando erano bambini ad accoglierli ci sarà lei, la maestra Maria Pia.
Barbara Costamagna