I numeri sono in bilico ma Ursula Von Der Leyen dovrebbe riuscire ad avere la fiducia dell'europarlamento, secondo le previsioni nei corridoi dell'assemblea. Certa dell'appoggio dei popolari la candidata alla presidenza della commissione europea ha tentato, nel suo discorso, di rassicurare socialisti e liberali-centristi su clima, difesa dello stato di diritto, riforma di Dublino e flessibilità nell'applicazione delle regole del patto di stabilità. La Von Der Leyen necessita di 374 voti su 747 per farsi eleggere. Nel suo discorso all'europarlamento la Von Der Leyen ha evidenziato che l'Unione Europea necessita di frontiere umane salvando vite ma riducendo la migrazione irregolare e lottando contro gli scafisti, ed ha toccato il tema dell'economia sociale di mercato, in cui ogni persona che lavora a tempo pieno possa avere un salario minimo che garantisca una vita dignitosa, indicando che verrà creato un quadro per il lavoro puntando sulle contrattazioni collettive con i sindacati perchè possano adeguare il salario minimo al settore e al comparto in modo da creare un quadro generale. La candidata ha poi dichiarato che presenterà nei suoi primi cento giorni un accordo verde in modo che l'Europa divenga il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050 con l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 50 o 55 per cento entro il 2030. Riguardo all'economia ha detto di volere il multilateralismo, il commercio equo e la difesa di un ordine basato sulla legge. Il lungo discorso è stato chiuso dalla Von Der Leyen evidenziando che l'Europa va rafforzata e che avrà il suo sostegno mentre chi intende indebolire questa Europa la vedrà come dura nemica. Malgrado le forti spaccature tra i socialisti e alcuni franchi tiratori la candidata dovrebbe riuscire a incassare la fiducia, forse pescando anche tra i nazionalisti dei partiti di governo di Ungheria, Polonia e Italia, secondo quanto affermato dalla stampa britannica, la quale si è chiesta però a quel punto quanto la Von Der Leyen potrebbe fare pressioni per una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia avendo avuto i voti della Lega oppure sulla difesa dello stato di diritto nei confronti dell'Ungheria e della Polonia.

Franco de Stefani

Foto: Reuters
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