Nell'anno in cui Capodistria festeggia i suoi 1500 anni, l'atteso ritorno nella cattedrale dell'Assunta di un gioiello dell'arte veneta: la maestosa "Sacra conversazione" (o "Madonna in trono col Bambino e Santi", com'è anche conosciuto il dipinto) opera del 1516 di Vittore Carpaccio, uno dei più grandi maestri veneziani del suo tempo, che proprio con questo quadro, commissione del podestà Sebastiano Contarini, inaugurava la sua stagione istriana. La monumentale pala d'altare, alta più di quattro metri e posta nel transetto destro del duomo, è pronta a lasciare i laboratori dell'Istituto per la tutela dei beni culturali della Slovenia, a Lubiana, dopo un lungo e delicato intervento di restauro che ha restituito al dipinto tutta la sua luminosa bellezza rinascimentale, alterata da ridipinture e dalla patina giallastra effetto delle vecchie vernici usate per la conservazione. "Il risultato del lavoro svolto è eccezionale", ha valutato il direttore dell'Istituto Jernej Hudolin, in occasione della conferenza stampa di presentazione che si è tenuta oggi nella capitale.
Con il rientro dell'opera maggiore di Carpaccio per Capodistria si conclude l'articolato progetto di restauro che nell'arco di più di un decennio ha interessato i quattro dipinti di Vittore e di suo figlio Benedetto proprietà della diocesi: è del 2018 la ricollocazione, sul lato opposto del presibiterio, delle antiche portelle d'organo con "La strage degli Innocenti" e "La presentazione di Gesù al tempio", due tele imponenti che risalgono al 1523 e rappresentano la più tarda opera documentata del genio creativo di Vittore; e insieme a queste, della "Madonna" dipinta da Benedetto Carpaccio, che portò avanti la bottega del padre ed elesse Capodistria, antico capoluogo dell'Istria veneta, a sua nuova patria. Non mancava che il capolavoro, la "Sacra conversazione", ora prossima a ritornare al suo posto: in duomo sono in corso gli ultimi preparativi per riaccoglierla.