In trentasette anni di attività il Premio Vilenica, forse il più importante per gli scrittori del Centro Europa, ha anticipato perfino due Nobel (è il caso dell'austriaco Peter Handke e più recentemente della polacca Olga Tokarczuk).
Ancora tutto da scoprire, almeno per il pubblico italiano, è invece il nome della poetessa lettone Amanda Aizpuriete, cui va l'edizione 2022 del riconoscimento assegnato dall'Associazione degli scrittori sloveni. Un'autrice, nata nel 1956 vicino a Riga - a Jurmala, famosa località balneare sul Baltico - la cui poesia scaturisce dalla vita stessa, esplorando motivi universali come l'amore, la morte, la solitudine. Attiva sulla scena letteraria lettone anche come scrittrice, saggista e traduttrice, ha firmato finora una decina di raccolte di versi, tradotte in quattordici lingue, comprese lo sloveno. E alcune sue poesie, in Lettonia, sono diventate delle canzoni rock.
Con la cerimonia di consegna, oggi pomeriggio alle 18.30 nella grotta di Vilenica, si congeda l'omonimo festival costruito intorno al conferimento del premio, un festival-frontiera fra diverse culture, lingue, letterature, a cui si sono dati appuntamento quest'anno autori e autrici da dodici nazioni per incrociare le loro esperienze, verità, sogni, prestando voce a diverse sedi, tra incontri, dibattiti e letture nuovamente in presenza dopo le limitazioni della pandemia.
E Amanda Aizpuriete non è l'unica premiata. A Trieste, nella sede dell'Ince, è stato attributo nei giorni scorsi il Premio per giovani scrittori, assegnato ogni anno dall'Iniziativa Centroeuropea per favorire la traduzione e la circolazione delle opere letterarie in quest'area. La vincitrice è la croata Luiza Bouharaoua (il cognome le viene dal padre algerino), trentasettenne spalatina.