La giornata inaugurale della prima Capitale europea della cultura transfrontaliera voleva essere una festa di popolo e ha mantenuto le promesse.

A Nova Gorica ieri sera le vie del centro stracolme di gente e per lo spettacolo di apertura di GO! 2025 migliaia di persone che si sono messe ordinatamente in fila per superare i controlli ai varchi e prendere posto nella piazza del Municipio intitolata a Edvard Kardelj.

Introdotto dalle note del polistrumentista Matjaž Gombač sul flauto di Neanderthal, lo strumento musicale più antico del mondo (rinvenuto trent'anni fa proprio da queste parti), l'evento ideato dalla regista Neda Rusjan Bric ha accompagnato il pubblico in un affascinante viaggio nella storia senza confini del territorio attraverso il linguaggio dell'arte: dal fiume che unisce Nova Gorica e Gorizia, l'Isonzo-Soča, memoria del sangue versato nella Grande Guerra, alla storia delle due città, l'una millenaria l'altra sorta accanto al confine dopo che questo era stato tracciato nel 1947, separando persone, famiglie e popoli: luoghi di sofferenze che sono diventati di pace e di cui la designazione congiunta a Capitale europea della cultura è destinata ad accrescere il senso di unione.

Altri momenti dello spettacolo, quaranta minuti di grande impatto e suggestione con scenografiche proiezioni sulle facciate dei palazzi circostanti e una particolare atmosfera sonora multidimensionale, hanno offerto un'anteprima dei principali progetti del programma ufficiale approvato dalla Commissione europea.

Numerosissimi gli artisti, i musicisti, i performer di fama convocati sul palco, sloveni e anche italiani, con qualche celebrità di casa come il pianista goriziano Alexander Gadjiev. Lo stesso spettacolo nel suo complesso ha contemplato l'uso di entrambe le lingue. Al termine si è potuta ascoltare la celebre canzone di Toto Cutugno "Insieme", che ha fatto un po' da fil rouge all'intera giornata, in una versione operistica con la Borderless Opera Choir.

I saluti istituzionali sono stati affidati al primo ministro Robert Golob (originario della vicina San Pietro /Šempeter). "Da questo territorio in cui convivono sloveni, italiani, friuliani", ha detto portando l'augurio alle due città, "parte un messaggio all'Europa e al mondo: mai più odio, mai più esclusione, mai più sobillazione di un popolo contro un altro popolo, di fratelli contro fratelli, ma invece connessione e collaborazione".