A dieci anni dalla scomparsa di Vlada Acquavita e a dodici dalla pubblicazione dell’originale in italiano, rivive in lingua croata il suo “Herbarium Mysticum”, la particolare silloge poetica che ci riporta al medioeve istriano. Sono stati i redattori Neven Ušumović e Boris Domagoj Biletić a soffermarsi sull’ opera che è stata -ricordiamo- premiata a Istria Nobilissima nel 2005. Edita dalla sezione istriana dell’Associazione degli scrittori croati e dal “Čakavski Sabor”, la pubblicazione è stata fortemente voluta da Lorena Monica Kmet che ha pure tradotto i versi.
“Ho iniziato a lavorare su questo libro come traduttrice ancora assieme a con Vlada. Quando nel 2007 il volume nasceva lei ne era entusiasta e sperava di vederlo pubblicato anche in croato per dar modo ai tanti amici che aveva di leggerlo in versione bilingue. Perciò sentivo una certa responsabilità e oggi posso dire di essere molto soddisfatta perché’ il sogno di Vlada si è realizzato” ci ha dichiarato Monica Kmet che nella prefazione del volume scrive “Herbarium Mysticum prosegue il pellegrinaggio spirituale che l’autrice ha intrapreso nelle opere precedenti ma collocato questa volta in un immaginario medioevale che ci fa rivivere attraverso storie racchiuse in manoscritti, epistolari e codici personaggi dimenticati e luoghi abbandonati”.
Scrittrice raffina nelle sue clausole medievali del suo “Herbarim Myisticum” Vlada Acquavita aveva dedicato studio meticoloso ma anche tanta passione. “Alla base c’ è l’ispirazione, lo stupore. Perché’ senza stupore non c’ è poesia. E poi c’ è ancora molto lavoro a tavolino, nel chiuso di una stanza” diceva l’autrice parlando del suo lavoro e aggiungeva “la mia non è una fuga dalla realtà, nell’ Herbarium il passato ed il presente s’ intrecciano incessantemente così come la chiarezza e l’enigma dialogano alternandosi. In un’epoca sottomessa alla tirannia del presente come la nostra la poesia può essere un possibile contrafforte perché con la sua verticalità permette di riaprire il tempo, di dilatarlo, di far sentire i suoi antichi strati, di lasciare intravedere le sue terre vergini”.
Da dire che “Herbarium mysticum” nasceva dalla volontà di dare un’anima ad alcuni luoghi o siti medioevali istriani dimenticati. Tra questi figura pure l’ormai inesistente chiesette di Sant’ Eliseo, nella campagna buiese, dove è ambientata la storia di Rubina e dove negli anni scorsi è stata posta una lapide in ricordo di Vlada Acquavita.
(lpa)