I ricordi nostalgici d'infanzia sono stati il punto di partenza della mostra fotografica personale di Vidotto, che con scenografie "fatte in casa" ha dato vita a delle immagini realistiche e autentiche che rappresentano le sue amate macchinine in scene d'azione che immaginava da bambino.
Lucio Vidotto, di Fiume, dove risiede e lavora come giornalista presso il quotidiano La Voce del Popolo ha iniziato il suo viaggio nel mondo della fotografia nel 1976, creando delle vere e proprie opere fotografiche che sono state pubblicate su calendari, cataloghi, copertine di dischi e CD, ma sono anche state utilizzate per manifesti pubblicitari.
Non ha solo una carriera espositiva, allo stesso tempo promuove un corso di fotografia presso la Comunità degli italiani di Fiume. Abbiamo parlato con lui per farci svelare qualche curiosità sulla mostra Realtà aumentata/realtà ridotta, che presenta un lavoro fotografico iniziato più di dieci anni fa.
"Sin da bambino ho sempre sognato di riprodurre ciò che immaginavo, quello che avvveniva nei miei giochi desideravo trasformarlo in qualcosa di materiale. Oggi che dispongo delle nozioni tecniche, della sensibilità estetica, e anche un po’ di esperienza, sono riuscito a concretizzare le idee che avevo. Nelle mie fotografie non c’è realtà aumentata, non c’è intelligenza artificiale, non c’è nessuno strumento come Photoshop, tutto quello che si vede è ciò che accade davanti l’obiettivo, non ci sono trucchi”.
La mostra sarà visitabile fino al 31 ottobre 2024.
B.Ž.