Nell'anniversario di quello che è stato definito il Big Bang europeo, ovvero l'allargamento del 2004, l'Unione europea si ritrova ad affrontare il caos della Brexit e a combattere contro gli euroscettici, mentre si susseguono le richieste di una riforma radicale della politica di allargamento, segnale dell'affievolirsi del desiderio di un'ulteriore espansione ad est. Nonostante la Slovenia risulti tra i Paesi europeisti più stabili, secondo l'opinione di Janez Potočnik, capo negoziatore di Lubiana per l'adesione all'Ue e due volte commissario europeo, questa non sfrutta però al meglio la propria posizione. Potočnik sottolinea come in Slovenia manchi una riflessione strategica e l'aumento della cooperazione in tutti i settori. Nell'occasione, il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, ha sottolineato che la decisione di incorporare dieci nuovi stati dell'Europa centro-orientale nella Comunità europea ha permesso di riconciliare la geografia e la storia del Vecchio Continente. In un documento redatto dalla Commissione viene spiegato che, affinché i nuovi Stati membri raggiungessero la media Ue in termini di crescita e reddito, l'Ue ha investito massicciamente attraverso la sua politica di coesione e, dal 2014, attraverso il piano di investimenti per l'Europa, il cosiddetto piano Juncker. Questi investimenti, si sottolinea, hanno prodotto risultati positivi sul terreno grazie anche agli sforzi degli Stati per riformarsi e diventare luoghi attraenti per gli investitori. Inoltre gli investimenti dell'Ue in questi Paesi hanno contribuito all'occupazione e alla crescita.

Maja Novak

Foto: Reuters
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