Il ministro degli Interni serbo Ivica Dačić ha fornito i particolari della vicenda, spiegando come l'assalitore abbia a più riprese avvicinato l'agente chiedendogli informazioni in merito alla collocazione del vicino museo, per poi utilizzare una balestra per colpirlo. L'agente, ferito al collo da una delle frecce, ha più volte sparato per legittima difesa, ferendo aggressore che è deceduto poco dopo. Il ministro ha confermato che è stata fermata, a titolo precauzionale, una delle persone presenti nelle vicinanze dell'edificio, mentre sono state rafforzate le misure di sicurezza nei pressi delle ambasciate, degli edifici pubblici e dei centri commerciali. Per Dačić non ci sarebbero incognite in merito all'origine dell'attacco; il titolare del dicastero degli Interni ha infatti affermato che si è trattato di un atto terroristico di matrice islamista. La polizia serba ha intanto identificato l'aggressore; si tratterebbe di un 25-enne convertito all'Islam e radicalizzato, originario di Mladenovac, cittadina a sud di Belgrado, che successivamente si è trasferito a Novi Pazar, città capoluogo del Sangiaccato, regione a maggioranza di popolazione musulmana. A condannare fermamente il vile attacco è stato anche il primo ministro serbo Miloš Vučević, sottolineando come il Paese risponderà con decisione alla minaccia del terrorismo. Al contempo ha invitato i cittadini ad aver fiducia nelle istituzioni a difesa della loro sicurezza. "Si tratta di un atto di follia che non può esser attribuito a nessuna religione e a nessun popolo. È l'azione criminosa di un individuo con nome e cognome", ha sottolineato Vučević, invitando i cittadini a mantenere la calma e non soccombere alla propaganda di coloro che vorrebbero destabilizzare il Paese.
M.N.