“Qui in Austria si vorrebbe un’apertura a giugno ma non so come potrà funzionare”, ci racconta la scrittrice Anna Rottensteiner, “perché da una parte si dice agli austriaci che quest’anno sicuramente non potranno fare le vacanze che sognano fuori dal proprio paese e dall’altra però si vorrebbe attirare i turisti soprattutto dalla Germania, mentre Berlino a sua volta invita i suoi cittadini a restare a casa quest’estate”.
“Secondo me questa situazione potrebbe essere un’occasione per riflettere sul turismo di massa”, ci dice la Rottensteiner, “perché non dobbiamo dimenticare che qui in Austria il virus è partito da Ischgl, da quel bellissimo paesino, meta di turismo invernale di massa, per arrivare addirittura fino in Islanda. La mia paura, però, è che non lo si farà e che si continuerà come prima”.
D’altronde proprio il modo in cui è stata affrontata l’epidemia ad Ischgl, con silenzi e ritardi (tanto da essere in corso una class action internazionale) ha messo in risalto come in Tirolo spesso a dominare sia gli interesse della lobby degli impianti di risalita.
“Ischgl non è più in quarantena solo dalla scorsa settimana”, ci racconta la Rottersteiner, “e proprio lì il governo regionale del Tirolo ha iniziato a fare degli studi facendo tamponi a tappeto, per monitorare la situazione in quella valle dove sembra che almeno il 50 per cento della popolazione abbia avuto il Coronavirus".
“Il turismo vuol sì ripartire”, conclude la scrittrice, “ma non so come questo possa essere fatto mettendo al primo posto la sicurezza sia del personale sia degli ospiti che arrivano”.
Barbara Costamagna