L'ingresso di Albania e dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia nell'Unione europea non è più una chimera. La Commissione Ue ha dato il via libera all'apertura dei negoziati per l'adesione dei due paesi, valutando positivamente i progressi compiuti negli ultimi anni nel campo delle riforme. L'Italia esulta, soprattutto per i suoi rapporti stretti con Tirana. Ma perché la procedura possa andare avanti spedita, bisogna superare lo scoglio di alcuni Stati membri, a partire dalla Francia.
L'annuncio dell'ok della Commissione Ue è stato fatto dall'Alta rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, che ha anche sottolineato i "buoni progressi" compiuti da altri due paesi dei Balcani occidentali che mirano a entrare nell'Ue, Montenegro e Serbia: "La politica di allargamento è un investimento nella pace, nella prosperità e nella stabilità dell'Europa", ha detto Mogherini.
Lo scoglio Macron
La raccomandazione della Commissione di aprire negoziati di adesione con Albania e Macedonia rischia pero' di essere accolta con freddezza da alcuni Stati membri. Durante il dibattito al Parlamento europeo, il presidente francese, Emmanuel Macron, si è detto contrario a un nuovo allargamento prima di procedere a una serie di riforme interne all'Unione europea. "Difenderò l'allargamento solo dopo che ci sarà stato l'approfondimento dell'Europa", ha spiegato Macron. Il presidente francese ha espresso "la volontà di mantenere ancorati i Balcani all'Europa" per evitare che "sprofondino nelle loro divisioni" o "si rivolgano a Turchia o Russia".. Tuttavia "questo allargamento non può essere fatto a danno dell'approfondimento dell'Europa. Un'Europa già in difficoltà a 28 o 27 (dopo la Brexit, ndr) non può continuare a 31 con le stesse regole", ha detto Macron.
Articolo realizzato nell'ambito del progetto Europa.Today e con il finanziamento del Parlamento Ue