La FPÖ, il partito che salì alla ribalta internazionale sotto la guida dello scomparso Jörg Haider, dopo alcuni anni nei quali si era spostato su posizioni relativamente più moderate, tanto da arrivare a far parte del governo austriaco il prossimo 19 giugno tornerà probabilmente all’opposizione.
In quella data, dopo le dimissioni di Norbert Hofer la cui segreteria è stata minata da una serie di scandali, verrà incoronato alla sua guida l’unico candidato Herbert Kickl, che rappresenta l’ala più radicale e raccoglie i favori della base. Una guida la sua che sicuramente porterà il partito lontano dalla possibilità di rimanere al governo, ritornando alla sua natura di opposizione estremista che l'ha contraddistinto per decenni. Kickl quasi certamente sarà anche il candidato capolista delle elezioni 2023 e calvacherà posizioni sovraniste ed anti-europee, che continuano a raccogliere consensi nell’elettorato classico di questo partito nato nel dopoguerra da un gruppo di ex nazisti e evolutosi in una realtà di destra in bilico tra pulsioni estremiste e voglia di normalizzazione.
In questo caso a vincere saranno le prime, visto che Kickl anche in questi mesi di pandemia è stato uno dei paladini del movimento no-vax, denunciando la cosiddetta "dittatura del Coronavirus" imposta secondo lui dalle misure anticovid del governo e si candida quindi a riportare il partito all’opposizione, per la gioia della base ma tra i mugugni di parte dei membri di primo piano della FPÖ che hanno già espresso il loro disappunto a quella che i più moderati considerano una dannosa retromarcia.
Barbara Costamagna