Le autorità kosovare hanno chiuso il principale valico di frontiera con la Serbia, quello di Merdare, dopo che manifestanti l'avevano bloccato con barricate sul versante serbo del passaggio, in segno di solidarietà e appoggio alla comunità serba nel nord del Kosovo. Lo riportano media di Belgrado e Priština. Il blocco sta creando grossi problemi a migliaia di cittadini del Kosovo, in prevalenza di etnia albanese, che in questi giorni stanno rientrando a casa da diversi paesi dell'Unione Europea, dove lavorano, per passare le festività di fine anno in famiglia. I serbi nel settentrione del Kosovo stanno protestando da settimane, con blocchi ai vari valichi, per chiedere il rilascio di tre serbi, di cui due ex poliziotti, arrestati dalle autorità kosovare. Un arresto che giudicano ingiustificato; insistono inoltre sul ritiro delle forze di polizia kosovare, presenti in maniera massiccia nell'area.
Secondo Priština, la popolazione serba ha eretto la scorsa notte nuove barricate, per ostacolare la libera circolazione, utilizzando anche mezzi pesanti. Opera di gruppi criminali, affermano le autorità kosovare. Il ministero degli esteri ha chiesto all'Unione Europea di prendere provvedimenti contro la Serbia, denunciando tentativi di destabilizzazione del Kosovo per impedire progressi nel dialogo e la realizzazione di un progetto, sostenuto da Francia e Germania, per la normalizzazione dei rapporti. Il presidente serbo Aleksandar Vučić, che nei giorni scorsi ha ordinato lo stato di massima allerta per l'esercito, ha effettuato ieri sera una visita ad una unità militare nel sud della Serbia, a ridosso della frontiera, dove ha incontrato anche rappresentanti della comunità serba che vive nel nord del Kosovo. Dal Cremlino, intanto, la secca smentita delle affermazioni da parte di Priština secondo cui la Russia starebbe influenzando la Serbia per destabilizzare la regione.
Delio Dessardo