Foto: Reuters
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Finora sono stati 13 gli attacchi lanciati dall'esercito di Kiev contro obiettivi russi. Lo riportano i media locali, citando lo stato maggiore ucraino. L'aviazione ucraina ha colpito un complesso missilistico antiaereo, mentre unità di artiglieria hanno centrato sei aree di concentrazione del personale militare russo, due centri logistici, tre depositi di munizioni, sei stazioni di controllo elettronico e due veicoli antiaerei in posizione di tiro.
A Kiev, intanto, è cessato l'allarme antiaereo, dopo l'attacco missilistico di ieri però il 30% degli utenti è ancora senza riscaldamento, ripristinate invece l'erogazione di acqua e energia elettrica.
E sempre all'indomani del violentissimo attacco aereo russo contro tutto il Paese, uno dei più pesanti dall'inizio della guerra, i servizi segreti militari britannici hanno fatto sapere che ora Mosca lancia attacchi così massici meno frequentemente perché non ha sufficienti munizioni. Ha quindi bisogno di un intervallo di tempo più lungo per raccogliere proiettili sufficienti da usare durante un attacco. Lo si legge nell'ultimo rapporto del Ministero della Difesa britannico.
L'Istituto per gli studi della guerra Usa afferma intanto che il massiccio bombardamento missilistico di ieri non ha portato alcun vantaggio sul campo di battaglia e fa parte di un'azione di propaganda. Il Cremlino ha probabilmente lanciato deliberatamente missili, anche ipersonici, che il sistema di difesa aerea ucraino non può intercettare per ottenere risultati nello spazio informativo russo. Si tratterebbe di una vendetta per gli attacchi terroristici avvenuti nella regione di Bryansk, in territorio russo, il 2 marzo scorso. Sempre secondo l'Istituto, il gruppo di mercenari Wagner sta prendendo una "pausa tattica" a Bakhmut, aspettando l'arrivo di rinforzi di truppe russe convenzionali a cui cedere la prima linea nella feroce battaglia. Nella zona, comunque, i russi avanzano e i combattimenti in città non si placano. Nonostante il ritiro di alcune unità, il comando ucraino mantiene una difesa costante, evitando che il fronte crolli.


E. P.