Il testo firmato dal presidente Viktor Orban nonostante le pressioni fatte dall'Unione europea non è quindi stato ritirato o rivisto e quindi da oggi in Ungheria è vietata la diffusione di informazioni e pubblicazioni sull’omosessualità o sul cambio di sesso.
Contemporaneamente, alcuni deputati del parlamento europeo hanno chiesto alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen che vengano congelati i 7 miliardi di euro del Next Generation EU destinati a Budapest, che secondo loro sarebbero da erogare solo dopo meticolosi controlli sull'effettiva destinazione, al fine da evitare malversazioni e clientelismi.
Dall'Ungheria si è subito accusata l'Unione europea di voler fare così pressioni indiretti per abolire la legge che invece anche in queste ore è stata pubblicamente difesa da Orban. La norma che non impedisce le unioni civili tra persone dello stesso sesso che attualmente in Ungheria sono legali, impone, però, che i programmi di educazione sessuale non contengano testi, film o altri materiali che diffondono informazioni sull’omosessualità e sul cambio di sesso.
Anche se non è ancora chiaro è possibile che nella pratica il nuovo provvedimento chieda che film, documentari o serie TV contenenti riferimenti al mondo LGBT – tra i qualli potrebbero comparire anche la saga di Harry Potter o serie di grande successo come Modern Family o Friends – vengano trasmessi solo dopo le ore 22, quando si è fuori dalla fascia oraria protetta.
Secondo diverse organizzazioni della società civile si tratta di una legge che viola innanzitutto i diritti dei bambini poiché priva gli alunni delle scuole di un’educazione sessuale completa. Per il governo ungherese, invece, la legge vuole tutelare il diritto esclusivo dei genitori all’educazione sessuale dei propri figli e a niente sembrano servire le minacce dell'Unione europea che rischiano invece di rafforzare l'immagine di Orban come il paladino di una serie di cosiddetti valori tradizionali nei quali parte della società ungherese si riconosce.
Barbara Costamagna