A partire dal prossimo 19 febbraio in Austria nei luoghi dove oggi era possibile accedere solo se vaccinati o guariti potranno rientrare anche coloro che sono in possesso solo di un test negativo. I non vaccinati quindi potranno ritornare negli impianti sportivi, sulle piste da sci, sui mezzi di trasporto, oltre che prendere parte a tutte le manifestazioni pubbliche.
La certificazione '2G', ossia vaccinato o guarito, continuerà ad essere richiesta nelle case di riposo e negli ospedali dove si dovrà presentare in ogni caso un test negativo. L'ora di chiusura di tutti gli esercizi pubblici rimarrà ancora per qualche giorno alle 24.
Il 5 marzo, però, cesseranno quasi tutte le misure restrittive; mentre resterà l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2 nelle case di riposo, negli ospedali e in quasi tutti i luoghi pubblici. Per entrare nel paese i cittadini stranieri, se non arriveranno da zone considerate a rischio, dovranno solamente presentare il passaporto sanitario ottenuto con la vaccinazione, con la guarigione oppure testandosi.
Dovrebbe rimanere in teoria ancora valido l’obbligo vaccinale; che in realtà non è mai entrato in vigore, essendo stata fatta slittare al 15 marzo l’applicazione delle sanzioni a coloro che non risultano immunizzati. Viste le parole di qualche giorno fa del Cancelliere Karl Nehammer sembra sempre più probabile che questo obbligo possa essere revocato, o almeno rimandata ulteriormente la sua effettiva attuazione.
Unica novità potrebbe essere l’introduzione dei test a pagamento, visto che sino ad ora erano gratuiti per tutti i residenti. Una spesa questa che sta diventando troppo onerosa per le casse dello Stato che hanno investito per comprare i test ben 2,6 miliardi di euro dall'inizio della pandemia. "Uno spreco di denaro pubblico", ha dichiarato Nehammer, "poicè esiste la possibilità per ogni cittadino di farsi vaccinare gratuitamente, senza pesare così sull’intera collettività".
Barbara Costamagna