Nelle scorse ore l'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, è comparsa di fronte ai giudici e successivamente nell'ordinanza emessa dalla camera di consiglio è stata confermata la custodia cautelare nei confronti della donna.
Uno dei legali della Kaili ha dichiarato che la posizione della procura federale belga è fermamente negativa ed ha spiegato che per il procuratore Michael Claise "esistono tutti i rischi" validi per la custodia cautelare, vale a dire "il rischio di fuga, di collusione con terzi e di inquinamento delle prove".
I legali obiettano che a loro parere non ci sono tali rischi ed aggiungono che in queste sei settimane di carcere, la politica ellenica detenuta per il Qatargate "ha sempre risposto in modo specifico e completo alle domande che le sono state poste" sebbene la procura non abbia mai proposto a Kaili un accordo di collaborazione come quello siglato dall'ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri.
Proprio quest'ultimo, tramite il suo avvocato, rivendica di non essere la mente del Qatargate. Il legale spiega che "Panzeri non ha mai corrotto per sé stesso, ma per altre persone in Qatar e Marocco che gli hanno chiesto di farlo e hanno organizzato tutto. Non è lui la mente dell'organizzazione. Ne ha approfittato? Certo. Ha agito attivamente? È vero. Ma non è lui il principale attore".
Inoltre, secondo gli avvocati di Eva Kaili, l'ex vicepresidente del Parlamento europeo sarebbe stata sottoposta ad una condizione di tortura in carcere, spiegando che la donna "da mercoledì 11 gennaio a venerdì 13 gennaio è stata in isolamento su ordine del giudice istruttore Michel Claise. Per sedici ore è stata in una cella di polizia, non in prigione, e al freddo. Le è stata negata una seconda coperta e le hanno tolto il cappotto, la luce della stanza era sempre accesa impedendole di dormire e non le era consentito lavarsi". Inoltre, in sei settimane di carcere ha potuto vedere la figlia solo due volte.
"Eva Kaili - come si legge in un documento redatto d'accordo con la stessa ex vicepresidente del Parlamento europeo - è accusata ma c'è sempre la presunzione d'innocenza. Siamo in Europa, questi atti violano la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Questo è il Medioevo" concludono i legali della politica greca.
Davide Fifaco