“In questo periodo di instabilità geopolitica l’integrazione di nuovi stati potrebbe rafforzare la sicurezza e l’unità europea”. Questa la constatazione di fondo emersa dal dibattito organizzato in occasione degli anniversari di adesione all' UE da parte dei tre paesi: 10 anni per la Croazia, 20 per la Slovenia e 30- nel 2025- per l’Austria. “Non posso affermare che l’Unione europea sia pronta. Siamo consapevoli delle sfide e dei cambiamenti sul piano geopolitico, perciò, dobbiamo impegnarci a costruire unità e resilienza”, ha dichiarato la ministra degli esteri slovena Tanja Fajon secondo la quale l’UE, alla luce dei numerosi conflitti che la circondano, corre il rischio di isolamento. Per il capo della diplomazia austriaca Alexander Schallenberg bisogna avere coraggio ed essere seri per affrontare le sfide del futuro. “Il mondo sta cambiando e noi dobbiamo adeguarci”, ha detto aggiungendo che “la cosa peggiore che si può fare in questo momento è quella di dubitare di noi spessi e dei nostri valori”. Convinti tutti che l’integrazione dei Balcani occidentali sia un interesse primario, la Fajon ha previsto novità significative nei prossimi cinque anni. Diversamente- ha detto- l’UE perderebbe credibilità nell’ area interessata all’ adesione. “I Balcani occidentali devono essere al centro della nostra attenzione”, ha sottolineato il ministro croato Gordan Grlić Radman e, invitandoli ad attuare le riforme necessarie, si è dichiarato convinto che la prima adesione romperà il ghiaccio e incoraggerà tutti gli altri a proseguire il percorso di adeguamento. “Se non siamo in grado di garantire la sicurezza e la stabilità dei nostri vicini, allora dobbiamo smettere di voler rafforzarle in altre parti del mondo”, si è sentito dire a Lubiana dove l’esponente austriaco ha nuovamente criticato Schengen che ha definito “disfunzionale”. “La pressione migratoria non si fermerà finche’ non affronteremo seriamente il problema”, ha detto Schallenberg. Egli ha inoltre sottolineato come una delle sfide dell'Unione europea l'attuazione di Schengen, che ha nuovamente criticato come disfunzionale. "La pressione migratoria non si fermerà finché non affronteremo seriamente la sfida", ha affermato.
(lpa)