Foto: Reuters
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Da ex ministro dell'ambiente e degli esteri a premier, l'uomo che Macron vuole per risollevare il Paese dopo mesi di stallo, in seguito alle elezioni anticipate che hanno portato a un Parlamento spaccato in più fazioni. Secondo il comunicato rilasciato dall'Eliseo "questa nomina arriva dopo un ciclo inedito di consultazioni nel corso delle quali, in conformità al suo dovere costituzionale, il Presidente si è assicurato che il premier e il governo che verrà soddisferanno le condizioni per essere stabile e aver la possibilità di unire il più ampiamente possibile." A Barnier ora tocca il difficile compito di riuscire a formare una maggioranza e ricevere il voto di fiducia in Parlamento. Se così fosse, dovrebbe impegnarsi attivamente nella promozione delle riforme e nell'approvazione del bilancio del 2025, in un contesto economico alquanto complesso e caratterizzato da forti pressioni esercitate dalla Commissione UE e dagli operatori di mercato al fine di contenere il disavanzo pubblico. Da notare che il nome di Barnier non è più molto presente nella politica interna, è più conosciuto invece a Bruxelles dove ha ricoperto più volte il ruolo di Commissario europeo. Secondo Macron, in questo momento, rappresenterebbe però la scelta più adatta. Una decisione che tuttavia sta scatenando forti critiche. Il maggior partito di destra, il Rassemblement National che ha ottenuto il maggior numero di seggi come partito unico alle elezioni, ha già annunciato che non respingerà immediatamente Barnier "se soddisferà determinate condizioni", anche se precedentemente aveva dichiarato fosse "un fossile della vita politica che di certo non fa sognare." Di opinione diversa invece l'alleanza di sinistra del Nuovo Fronte Popolare: Jean-Luc Melenchon, leader di uno dei quattro partiti ha parlato di "elezioni rubate al popolo"; "in atto una negazione della democrazia. Questo è ora il governo di Macron e Le Pen" ha detto ancora aggiungendo che Barnier non viene da un partito che ha vinto le elezioni, ma da un gruppo che ha preso meno voti di tutti.