Cresce sempre di più la rabbia di migliaia di persone nei confronti dell’incidente ferroviario verificatosi nei pressi di Larissa, a 350km a nord di Atene. L’accaduto ha coinvolto un treno merci e un treno passeggeri con a bordo circa 350 persone che viaggiavano in direzioni opposte, ma sullo stesso binario. Diversi sindacati e partiti politici hanno organizzato più proteste contro il pessimo stato delle infrastrutture ferroviarie, e per fare quindi pressione sul governo, accusato di aver ignorato numerose segnalazioni di richieste di manutenzione.
Secondo il conteggio della polizia, cinquemila persone sono scese nelle strade di Salonicco e ottomila si sono riunite davanti al Parlamento di Atene, con striscioni con su scritto “Non dimenticheremo, non perdoneremo” e ancora “Saremo la voce di tutti i morti”. Nonostante il numero elevato di manifestanti, com’è stato riportato in un comunicato della polizia locale, si è verificato solo “un incidente isolato, un gruppo di manifestanti ha lanciato sassi e altri oggetti contro gli agenti” senza provocare feriti, mentre dieci persone sono state arrestate.
Dopo il disastro ci sono state proteste quasi tutti i giorni in diverse città della Grecia, e in base alle dichiarazioni di alcuni sindacati, la loro intenzione è continuare finché non arriverà una risposta da parte del governo. Attualmente il dirigente della stazione di Larissa, responsabile del tratto di ferrovia in cui si è verificato l’incidente, è stato incriminato per omicidio colposo, per il sospetto che un suo errore abbia contribuito alla causa della collisione dei due treni. Nel frattempo, i due sindacati più importanti del Paese hanno indetto uno sciopero nazionale di protesta previsto il 16 marzo.
B.Ž.