Come era già avvenuto in una votazione preliminare dello scorso maggio, che si era conclusa con un plebiscito di 188 voti su 200, l'esito del voto nel Parlamento finlandese, per l’entrata nella Nato, è stato senza storia, con il nettissimo successo dei "Sì".
Il sostegno dei partiti è stato praticamente unanime, compresi quelli che erano ancora contrari alla Nato prima dell'invasione dell'Ucraina. Unici contrari una manciata di parlamentari di estrema sinistra e di estrema destra, che hanno motivato il loro “no” con la mancanza di garanzie che nessuna arma nucleare sarebbe collocata sul territorio finlandese.
L'approvazione dell'ingresso alla Nato da parte del Parlamento finlandese non significa però che Helsinki entrerà automaticamente a far parte dell'Allenza, subito dopo le necessarie ratifiche di Ungheria e Turchia. Ci si attende, comunque, che il processo di adesione sia molto rapido, dopo la ratifica da parte del presidente della Finlandia, Sauli Niinistö, convinto sostenitore dell'ingresso nella Nato, e l'invio dei documenti di ratifica a Washington.
Dopo essere stati sospesi dalla Turchia a causa di "incidenti diplomatici" con la Svezia, il prossimo 9 marzo a Bruxelles riprenderanno i negoziati tra i tre Paesi, appunto Turchia, Svezia e Finlandia. Per la Svezia permane il "veto" turco sulla vicenda dei curdi ospitati in territorio svedese, mentre Ankara vede con favore l’ingresso della Finlandia. Il governo di Helsinki, in vista delle elezioni del 2 aprile, che saranno un banco di prova per l'esecutivo del primo ministro uscente Sanna Marin, ha voluto evitare qualsiasi possibile vuoto politico, proprio per poter aderire in tempi rapidissimi alla Nato, appena ottenuto il via libera di Ankara e Budapest.
Davide Fifaco