Boris Johnson non retrocede sul dossier migranti e sul controverso accordo sottoscritto con il Ruanda per il trasferimento nel Paese africano di parte dei clandestini sbarcati attraverso la Manica in attesa di una risposta alla loro richiesta di asilo nel Regno Unito.
Oggi il Parlamento britannico ha, infatti, dato il via all'iter sul progetto di legge che prevede la riforma degli obblighi derivanti dall'adesione del Paese alla Convenzione europea dei diritti umani, in modo di poter aggirare alcune decisioni della Corte di Strasburgo dei Diritti dell'Uomo che hanno portato al blocco del volo che in questi giorni avrebbe dovuto trasportare i primi 7 migranti in Ruanda.
Un progetto contestato immediatamente da attivisti e organizzazioni umanitarie che hanno denunciato il fatto che se la legge passerà la Gran Bretagna non sarà più tenuta a rispettare le ingiunzioni preventive emesse a scopo cautelare dai giudici di Strasburgo, permettendo così quella che loro definiscono una deportazione.
L'iniziativa arriva mentre il principe Carlo, che secondo i media avrebbe posizioni critiche nei confronti del governo Johnson sul 'piano Ruanda', si trova proprio a Kigali in vista del vertice dei leader dei Paesi del Commonwealth in programma da venerdì del quale la corona britannica ha la presidenza d'onore.
Barbara Costamagna