Il Portogallo torna al voto. La fine anticipata della legislatura è stata causata dalla rottura della cosiddetta “geringonça”, il “marchingegno” ossia il sistema che regola la politica lusitana da circa sette anni.
Un governo quello del socialista Antonio Costa che ha portato avanti in questi ultimi due anni misure progressiste come l’aumento del salario minimo da 530 a 665 euro, la legalizzazione delle adozioni per coppie dello stesso sesso e la riduzione della settimana lavorativa dei dipendenti pubblici da 40 a 35 ore. L’alleanza che teneva in piedi l’esecutivo si è, però, disciolta lo scorso autunno a causa di posizioni divergenti sulla legge di bilancio, giudicata insufficiente dai due partiti di sinistra, che chiedevano misure più ambiziose e quindi il 4 novembre 2021 il Presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa non ha potuto fare altro che convocare nuove elezioni.
Una situazione incerta anche se il partito socialista di Costa secondo i sondaggi potrebbe restare saldo al 38% delle preferenze e potrebbe forse raggiungere la maggioranza assoluta, anche se il timore è quello di doversi di nuovo appoggiare ad altri partiti.
In crescita Chega, il partito di destra populista fondato meno di tre anni fa dal professore universitario e commentatore sportivo André Ventura, che propone un programma che prevede una stretta all’immigrazione, la castrazione chimica per pedofili e stupratori e la riduzione delle tasse con una conseguente diminuzione della spesa pubblica, da realizzare mediante la privatizzazione di aziende statali e servizi essenziali. Chega con il suo 5% potrebbe diventare il vero ago della bilancia nel caso in cui il partito Socialista non raggiungesse la maggioranza assoluta, stringendo un patto di d'esistenza con il PSD per la formazione di un governo di centrodestra, anche se il principale partito di centrodestra continua a dirsi non disponibile ad una collaborazione con Ventura.
Barbara Costamagna