"Sono un grande sostenitore di una Unione Europea forte e coesa, del suo allargamento, in primo luogo e soprattutto ai Balcani occidentali", ha sottolineato Pahor. "I giovani hanno il diritto che in questa area si instaurino rapporti in tale prospettiva, in grado di garantire pace e sicurezza; proprio i giovani rappresentano il più importante collante per il futuro della regione". Pahor ha espresso sostegno alla creazione di una “mini Schengen”, basata sulla collaborazione e la fiducia reciproche, "soltanto in questo modo potrà avere successo", è convinto Pahor. "Il progetto rappresenta qualcosa di nuovo, infonde la speranza che i tempi di ingresso nelle integrazioni europee non si allungheranno, nonostante i ritardi nel processo di allargamento", cosi il presidente sloveno. Una iniziativa lanciata, lo ricordiamo, da Serbia, Albania e Macedonia del Nord e giudicata preziosa dal presidente Pahor, in quanto pone in risalto la collaborazione e consolida la fiducia, essenziali per riforme più rapide nei paesi coinvolti e per una soluzione positiva delle questioni aperte nei rapporti bilaterali. "La “mini Schengen” non deve essere una alternativa all'ingresso nell'UE, al contrario va interpretata come una visione europea complementare da parte dei paesi della regione, dove vanno sviluppati e coltivati valori che sono propri dell'UE: riconciliazione, collaborazione, rispetto delle diversità".
Concludendo, Pahor ha evidenziato che più i paesi dei Balcani occidentali saranno economicamente progrediti, votati alla democrazia e in grado di collaborare, più saranno interessanti per l'UE. Dagli interventi dei partecipanti è emersa la chiara volontà di un futuro europeo, di stabilità e rispetto delle diversità nella regione dei Balcani occidentali. "La collaborazione deve basarsi sulla considerazione e sul rispetto delle diversità che esistono tra di noi, dobbiamo però concentrarci su quanto ci è comune e ci unisce", ha sottolineato Andjela Mičunović, rappresentante dei giovani del Montenegro. A margine del vertice, Pahor ha incontrato i presidenti di Serbia, Aleksandar Vučić e Macedonia del Nord, Stevo Pendarovski.
Delio Dessardo