Anche in Austria inizia a far capolino il tema dell'opportunità o meno di abbandonare la tradizionale neutralità, sancita nel lontano 1955 con un atto costituzionale del parlamento austriaco, che stabilì la perpetua neutralità dello Stato nei confronti delle dispute internazionali.
L'ex presidente del Consiglio nazionale, esponente di spicco del partiro popolare, Andreas Khol sulle pagine della "Kleinen Zeitung" ha, infatti, parlato a favore o dell’adesione del paese alla NATO o alla partecipazione dell’Austria alla formazione di un esercito europeo. L'attuale leader del partito, Friedrich Ofenauer, ha rigettato una prospettiva di questo tipo, difendendo la validità di questo status anche oggi.
In ogni caso si tratterebbe di un cambiamento non facile, visto che la neutralità dell'Austria è sancita da una legge costituzionale e quindi la sua revisione richiederebbe un iter non proprio semplice. Per ora a seguito della guerra in Ucraina, e nonostante le relazioni tradizionalmente buone con la Russia, la repubblica alpina ha deciso di unire i suoi sforzi a quelli dell'Occidente; con l'opposizione del partito di estrema destra FPÖ.
Inoltre nell'attuale bilancio sono stati aumentati anche gli investimenti nel comparto militare, che con 2 miliardi e 700 milioni di euro rappresenta il budget della Difesa storicamente più alto nella storia del paese.
Barbara Costamagna