In un Parlamento europeo scosso dalle recenti indagini per corruzione e finanzianti dal Qatar, che hanno toccato fra gli altri anche la vicepresidente Eva Kaili, ha preso la parola il premier Robert Golob. Prima del suo discorso aveva incontrato la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
Il primo ministro è intervenuto nell'ambito del dibattito “This is Europe”, in cui i leader degli Stati membri dell'Unione presentano le loro visioni per il futuro, in particolare nel campo dell’energia, nel quale Golob è considerato un esperto.
E il Premier si è concentrato sul tema dell’energia, un campo a cui ha dedicato la propria vita professionale: “La dipendenza dal gas – ha detto - è stata usata come un’arma negli ultimi anni” “Ora la situazione sta cambiando, grazie alla ricerca di nuove fonti, ma bisogna fare più sforzi sul prezzo, applicando delle modifiche alle regole del mercato energetico, che subisce ancora l’influsso degli speculatori, e spetta a noi affrontare questa tematica in modo adeguato”. Golob ha chiesto maggiore determinazione sul “price cap”, per raggiungere un accordo in tempi brevi.
“L’Europa deve dimostrare unità e determinazione: non possiamo svuotare le nostre casse per pagare gli speculatori”. “Bisogna puntare sulle rinnovabili, sia per motivi economici, sia per l’impatto positivo sul clima e non possiamo esitare, dobbiamo andare avanti in modo coraggioso e rapido, costruendo anche più infrastrutture, impianti di stoccaggio e reti: nei prossimi 10 o 15 anni potremo essere completamente rinnovabili, lo dobbiamo ai nostri figli e non ci sono più scuse”.
Golob ha poi ricordato come anche la produzione alimentare sia completamento non sostenibile per il futuro e vada cambiata in modo drastico se vogliamo avere un futuro sostenibile: “I governi devono fare sensibilizzazione, informare su una corretta alimentazione, noi lo stiamo facendo in Slovenia, senza forzare nessuno ed è stato un successo”.
Golob ha poi sottolineato come lo Stato di diritto fosse stato attaccato dal governo precedente. “La libertà di parola e dei media era stata indebolita, e non volevo vivere in un paese dove lo stato di diritto era inesistente: per questo sono qui oggi e mi sono impegnato in politica”. Il primo ministro ha fatto un appello a combattere l’istigazione all’odio che punta, ha detto, a tenere lontane dalla politica le persone degne. Il confine fra libertà di parola e istigazione all’odio è sottile, “ma sta a noi trovare un equilibrio”.
Riguardo l’Ucraina Golob ha definito “essenziale” il processo di allargamento dell’Unione europea: “Noi in Slovenia sappiamo quanto sia importante offrire una speranza d’integrazione a paesi come Ucraina e Moldova, l’ingresso nell’Ue cambia la prospettiva e la visione delle cose in ogni paese”. “Non dobbiamo dimenticare – ha aggiunto - paesi come la Bosnia Erzegovina, che da 20 anni è in sala d’attesa, si tratta di un processo complesso ma che non va dimenticato, e a cui la Slovenia è favorevole.”
Prima del premier ha parlato la presidente Metsola che ha sottolineato come la Slovenia stia portando avanti un programma per aumentare la resilienza energetica del paese e le fonti rinnovabili, un esempio anche per altri paesi.
Nel corso del dibattito non sono mancate richieste di chiarimenti e critiche, soprattutto da parte dei parlamentari sloveni di opposizione, che hanno accusato Golob di voler condizionare stampa e apparato amministrativo del paese, e ricordato il caso che ha portato alle dimissioni della ministra dell’interno Tatjana Bobnar .
Paulo Rangel, del Partito popolare europeo ha richiamato la necessità di rispettare lo stato di diritto, in particolare per quanto riguarda l’immigrazione, e ha espresso preoccupazione per la vicenda che ha coinvolto la ministra dell’interno. Ha ricordato anche come gli europarlamentari sloveni non abbiano votato la risoluzione che condannava la condotta russa come criminale.
Stéphane Séjourné, di Renew Europe, ha sottolineato l’impegno della Slovenia per rispettare gli obiettivi climatici, ha anche accusato il PPE di aver avanzato dubbi sulle elezioni in Slovenia e su possibili influenze esterne, offrendo anche l’appoggio del gruppo, mentre Philippe Lamberts, dei Verdi, ha sottolineato come nel precedente governo la Slovenia stesse scivolando verso una deriva antieuropeista, processo che invece si è fermato con il nuovo governo, e ha anche contestato lo sfruttamento dell’energia nucleare da parte della Slovenia.
Ladislav Ilčić, dei conservatori e riformisti europei, ha chiesto a Golob appoggio alla Croazia per il pattugliamento delle frontiere esterne per controllare l’immigrazione clandestina, e anche chiarimenti i progetti di Lubiana riguardo le centrali nucleari.
Romana Tomc, del’Sds, ha accusato il governo di Golob, di aver attuato misure poco efficaci contro la disoccupazione e l’inflazione. Ricordando anche le dimissioni della ministra degli interni, ha accusato Golob di voler influenzare l’informazione ed entrare in tutti i poteri e funzioni dello Stato, mentre Matjaž Nemec dei socialdemocratici ha sottolineato l’impegno per far entrare la Bosnia Erzegovina nell’UE.
Katalin Cseh, di Momentum, partito che si oppone al governo di Orban in Ungheria, parlato di un tentativo di “orbanizzazione” della Slovenia da parte del governo Jansa, un processo che però, ha aggiunto, non si è fermato e su questo, ha aggiunto, deve impegnarsi il governo di Lubiana.
Alessandro Martegani