Jure Franko, medaglia d'argento alle Olimpiadi invernali di Sarajevo '84, mentre mostra la medaglia durante l'inaugurazione della mostra
Jure Franko, medaglia d'argento alle Olimpiadi invernali di Sarajevo '84, mentre mostra la medaglia durante l'inaugurazione della mostra "I giochi invernali di Sarajevo '84", il 18 gennaio 2024, al Museo di Storia Contemporanea di Lubiana. Foto: MMC RTV SLO/Valerio Fabbri/Radio Capodistria

L’8 febbraio è stato il giorno in cui 40 anni fa iniziarono le Olimpiadi invernali nella capitale bosniaca, un evento che riunì tutta la Jugoslavia creando un momento di grande valore identitario, grazie anche all’orgoglio di aver avuto la meglio su candidature di città come la giapponese Sapporo e la svedese Göteborg.
L'apertura dei Giochi fu seguita da 60mila persone presenti allo stadio Koševom, mentre i biglietti venduti furono 250mila, con stime di oltre due miliardi di spettatori televisivi. Quando Jure Franko apparve sulla pista di atletica con la bandiera jugoslava in mano, lo stadio sembrò esplodere nel caloroso applauso del pubblico. Come ha detto Pirc Musar durante la cerimonia che ha intitolato la pista olimpica di slalom gigante allo sciatore sloveno, questo è un modo per “preservare lo spirito di quel tempo, in cui credevamo nell'unità e allo stesso tempo nella diversità”. Un’occasione anche per ribadire l’auspicio della Slovenia di vedere quanto prima la Bosnia-Erzegovina entrare a far parte dell’Unione europea, per “partecipare di nuovo insieme come "Team Europa" sulla scena internazionale", ha detto ancora Pirc Musar.
Dopo le Olimpiadi l’entusiasmo fu tale che si decise di estendere le vacanze scolastiche invernali da 15 a 30 giorni per consentire alle famiglie di trascorrere più tempo praticando gli sport invernali. Eppure solo otto anni dopo che le foto di una Sarajevo innevata avevano fatto il giro del mondo, la città era di nuovo al centro dell'attenzione, questa volta però come teatro di una dei conflitti più cruenti sul continente europeo dopo la Seconda guerra mondiale. Sarajevo in quei 12 giorni del 1984 aveva reso il mondo un posto migliore, con il suo messaggio di pace e speranza, che la presidente Pirc Musar ha cercato di rilanciare durante la sua visita in Bosnia di questi due giorni.