L'Italia si oppone alla bozza del codice di qualità sloveno sulle denominazioni aceto e acido acetico diluito, che si riferisce anche all'aceto balsamico. Nei giorni scorsi il governo italiano ha chiesto l'attivazione della procedura d'infrazione contro la Slovenia a tutela dell'Aceto balsamico di Modena di Indicazione geografica protetta (IGP). Dopo mesi di attesa, l'Avvocatura dello Stato ha ricevuto l'investitura a procedere per tutelare famoso condimento modenese dal tentativo della Slovenia, risalente a più di un anno fa, di trasformare la denominazione "aceto balsamico" in uno standard di prodotto e, quindi, di concederne l'utilizzo anche a chi produce aceto entro i patrii confini. Secondo il Consorzio di tutela dell'Aceto balsamico, consentire l'utilizzo delle indicazioni protette come indicazioni generiche aprirebbe una breccia su tutto l'impianto europeo di tutela delle denominazioni protette, dal "grana" al "parmigiano". L'iter prevede ora una fase di consultazione alla Commissione e, qualora si rendesse necessario, alla Corte di giustizia europea.
La Slovenia però è convinta della bontà del suo operato e ritiene che le accuse relative a presunte violazioni della normativa europea siano infondate. Lubiana è convinta che aceto balsamico sia un nome generico di uso generale e non in conflitto con denominazioni geografiche protette registrate dall'Italia. Il ministero dell'Agricoltura sloveno, infatti, ha emesso un comunicato nel quale spiega di non ritenersi in contrasto con il diritto dell'Unione Europea, poiché la Commissione non ha emesso alcun parere obbligatorio, e sulla base della sentenza del tribunale del 2019. Lubiana ha inoltre comunicato di non aver ricevuto alcuna protesta ufficiale, né da Roma né da Bruxelles. In attesa della prossima puntata, c'è il rischio che i rapporti fra i due paesi possano inacidirsi.
Valerio Fabbri