Non sono bastati tre giorni e tre notti di negoziati tra i capi di stato e di governo dell'Unione Europea per vincere la resistenza di Mark Rutte sul fondo per la ripartenza. Nel corso della riunione plenaria serale il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha lanciato un appello al gruppo dei frugali, formato da Olanda, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia, affinché si arrivi a un'intesa. Michel ha quindi presentato ai leader una nuova proposta negoziale che prevede che il Recovery fund mantenga la cifra complessiva di 750 miliardi di euro, aggiustando però la composizione dei finanziamenti tra prestiti e sovvenzioni per venire incontro alle proposte dei frugali. Secondo questa proposta, 400 miliardi sarebbero erogati come sovvenzioni e 350 miliardi sotto forma di prestiti. Ma i frugali si sono mostrati fermi sulle loro posizioni chiedendo che gli aiuti scendano ancora a 350 miliardi, così come i prestiti. Richieste che sarebbero state giudicate inaccettabili da tutti gli altri 22 Paesi.
Il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, ha dichiarato: "Sono giorni che si continua a trattare al ribasso, a frapporre vari ostacoli operativi" inizia a venire il sospetto che "non si voglia rendere effettivo uno strumento che è nell'interesse di tutti che funzioni".
"Il Recovery Plan non può diventare uno strumento per condurre battaglie ideologiche" ha concluso Conte.
Sembrerebbe però che si sia aperta una crepa anche nel fronte dei rigoristi. Fonti europee hanno fatto sapere che mentre Austria e Olanda restano ferme sulla loro posizione, Danimarca e Svezia sarebbero pronte ad avvicinarsi alla proposta Michel.
Davide Fifaco