La decisione del presidente uscente Joe Biden è stata accolta con favore da diversi membri della comunità europea: intervenendo a Bruxelles in occasione di una riunione dei ministri degli Esteri, l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell, ha ribadito che l'Ucraina dovrebbe avere la possibilità di utilizzare le armi fornite dagli alleati anche per attaccare obiettivi situati nel cuore del territorio russo. Una posizione condivisa dalla collega tedesca, Annalena Baerbock, secondo cui la decisione americana non rappresenta un cambio di rotta, ma piuttosto un'intensificazione del supporto già fornito dai partner occidentali. "È una mossa fondamentale in questo momento cruciale," ha dichiarato il Ministro, ribadendo che l'obiettivo rimane il rafforzamento delle capacità difensive di Kiev. Anche la Francia ha riconfermato nel frattempo il proprio sostegno all'Ucraina. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha sottolineato che Parigi considera accettabile consentire a Kiev di colpire obiettivi militari russi, definendo la mossa di Washington "una delle opzioni che è sempre stata sul tavolo". La Francia è tra i fornitori di missili a lungo raggio per l'Ucraina, e la posizione di Parigi evidenzia una convergenza tra i partner occidentali sulla necessità di intensificare il sostegno per contrastare l'aggressione russa. Nonostante il consenso internazionale, permangono interrogativi sull'effettiva capacità di Kiev di sfruttare queste nuove autorizzazioni. Il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, ha espresso preoccupazione sulla quantità di razzi disponibili per le forze ucraine. "Non stappo champagne, perché non sappiamo quanti missili abbia realmente l'Ucraina," ha dichiarato, sottolineando l'importanza di un supporto adeguato a fare la differenza sul campo di battaglia. Mosca ha intanto lanciato un monito alle autorità statunitensi, invitandole a riconsiderare la decisione. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha accusato l'amministrazione Biden di gettare benzina sul fuoco e perseguire un'escalation del conflitto, alimentando ulteriori tensioni tra le due potenze globali.
M.N.