Foto: EPA
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La Polonia, attuale presidente di turno del Consiglio dell'Unione Europea, non ha mai nascosto la sua preoccupazione riguardo l'aggressività del vicino russo e per questo ha messo la sicurezza in cima alla sua agenda per i prossimi sei mesi. Non stupisce, quindi, che il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski abbia proposto in questi giorni di istituire una "banca del riarmo" europea al fine di creare un tesoretto al quale accedere per potenziare le proprie capacità di difesa.

L'Ue potrebbe, infatti, dover investire 500 miliardi per la difesa nei prossimi anni. Secondo Sikorski si potrebbero seguire una serie di strade per raggiungere questo obiettivo, come aumentare i contributi degli Stati membri al bilancio dell'Ue, reimpiegare i fondi esistenti, riassegnare i fondi non spesi ed emettere debito collettivo, ma contro questa ultima opzione fanno muro Germania e Paesi Bassi. Per questo la creazione di una banca secondo il ministro polacco potrebbe rappresentare una soluzione condivisibile da tutti.

Per far ciò si potrebbe seguire il modello della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Bers), fondata dopo la fine della Guerra Fredda per promuovere lo sviluppo delle nazioni ex comuniste. La partecipazione alla banca sarebbe "volontaria", visto che alcuni Stati membri (Irlanda, Malta e Austria) sono neutrali.

Oltre ad esplorare la possibilità di una banca per il riarmo, Sikorski ha esortato Bruxelles a lavorare per la piena confisca dei beni congelati della Banca centrale russa, la maggior parte dei quali è detenuta presso Euroclear, un deposito centrale di titoli (Csd) in Belgio.

Barbara Costamagna