La Slovenia aveva tempo fino al 26 agosto per indicare alla nuova presidente della commissione europea, Ursula Von der Leyen, il candidato scelto a ricoprire il ruolo di commissario. Dopo che il comitato parlamentare agli affari europei ha dato luce verde con ampia maggioranza, l'esecutivo ha deciso di accelerare i tempi. È la prima volta che il candidato si presenta in sede parlamentare per l'audizione, prassi introdotta con le modifiche di legge del 2015. Ora tutto passa nelle mani di Bruxelles; se Lenarčič otterrà il nullaosta a far parte del nuovo esecutivo comunitario dovrà superare ancora l'esame dell'Europarlamento. Quale dicastero potrebbe ottenere? Lenarčič ha detto di non avere preferenze; non dipende dalla volontà del paese di cui e' in quota, ha precisato, bensì è frutto di colloqui e negoziazioni con la presidente della commissione e di una serie di combinazioni nella ripartizione delle poltrone di commissario, una per ogni paese membro. Lenarčič ha comunque elencato alcuni dicasteri che sarebbero interessanti per la Slovenia: ambiente, digitalizzazione, ricerca, politica regionale, allargamento, commercio estero. "Si tratta di comparti dinamici", ha evidenziato, "importanti per l'UE ma anche per la Slovenia".
Intanto il governo ha deciso la creazione di una casa slovena a Bruxelles, con il compito di promuovere e far conoscere il paese. Diventerà operativa al più tardi entro fine giugno 2020 e lo sarà al massimo durante la presidenza di turno slovena dell'UE, nel secondo semestre 2021. Il Ministero degli Esteri la costituirà il prossimo primo settembre, come sede dislocata dell'ambasciata nella capitale belga. Compito principale sarà quello di presentare e promuovere creatività, innovazioni, competitività economica, arte, cultura, scienza, sport, turismo, gastronomia, enologia e altre peculiarità della Slovenia.
Delio Dessardo