A tutti i dipendenti che lavorano per la Commissione europea è stato chiesto di disinstallare l'app di TikTok dai dispositivi aziendali e dai dispositivi personali iscritti ai servizi di telefonia mobile della Commissione, entro il 15 marzo. La richiesta di disattivare l'app del social network cinese è stata inviata oggi dal servizio informatico dell'esecutivo Ue a tutti i dipendenti attraverso un’e-mail.
Anche l'Europa, dunque, ha paura che Pechino raccolga i dati degli utenti. "La Commissione europea è un'istituzione e come tale ha un forte focus sulla protezione della sicurezza informatica ed è su questo che abbiamo preso questa decisione" - ha detto il commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton. Esplosa nel 2018 l'applicazione di brevi video conta oggi oltre un miliardo di utenti nel mondo, uno spazio alternativo enorme per l'incontro e lo scambio di opinioni. Quello di Bruxelles è solo l'ultimo provvedimento del lungo braccio di ferro, che sta montando tra l'Occidente e il Dragone. Negli Stati Uniti l'applicazione cinese è stata proibita su smartphone, tablet e altri dispositivi di proprietà dei governi statali e federale, compresi quelli della Camera. Le restrizioni negli Usa erano scattate dopo la conferma che i dipendenti di ByteDance, la società madre di TikTok, possono accedere ai dati personali degli utenti ed era emerso che diversi giornalisti statunitensi sono stati spiati attraverso l'applicazione. Un'accusa, comunque, anacronistica. Raccogliere i dati degli utenti è un’operazione fatta fino ad ora da tutti i social, basta ricordare lo scandalo Cambridge Analytica di Facebook. Il sospetto che la piattaforma sia sotto il controllo e l'influenza di Pechino appaiono sufficienti per vietarne l'uso.
Corrado Cimador