Un grave errore storico. Così il presidente uscente della commissione europea, Jean Claude Juncker, ha definito il mancato avvio dei negoziati di adesione della Macedonia del Nord e dell'Albania, conseguenza del veto posto dalla Francia. Un Juncker molto deluso, assieme al presidente del consiglio europeo, Donald Tusk per l'esito del dibattito al vertice comunitario. Tusk ha ammesso che la responsabilità sta tutta dalla parte dell'UE, non dei due candidati all'adesione. Tutto rimandato alla prossima primavera, al vertice di maggio a Zagabria sui Balcani occidentali, durante la presidenza di turno croata dell'UE. A Bruxelles, la maggior parte delle delegazioni si è espressa a favore dell'apertura delle trattative; la Francia è stata l'unica a porre il veto per Skopje; per quanto riguarda Tirana contrarie anche Olanda e Danimarca. Ricordiamo che la Macedonia aspetta il via libera già dal 2005, quando aveva ottenuto lo status di paese candidato, l'Albania invece dal 2014. Per la ex repubblica jugoslava sembrava ormai tutto pronto, anche grazie all'accordo con la Grecia sul nuovo nome, ora invece questa battuta di arresto che rischia di complicare non poco il processo di allargamento dell'UE ai Balcani occidentali. Il premier sloveno Šarec parla di occasione mancata, di danno alla credibilità e all'immagine dell'Unione Europea. In futuro, ha avvertito, sorgeranno nuove difficoltà in quanto i paesi in questione non avranno più fiducia nell'UE. Šarec si è riferito in particolare alla Macedonia del Nord, che ha fatto tutto quanto le era stato richiesto, per rispettare i requisiti necessari ad ottenere il nullaosta all'avvio dei negoziati, a partire dal cambiamento del nome. La Slovenia è sempre stata in prima fila nel sostenere il cammino di Skopje verso le integrazioni eurocomunitarie. Alla luce del nulla di fatto, il premier della Macedonia del Nord, Zoran Zaev, avrebbe annunciato l'intenzione di dimettersi. È quanto si è appreso da fonti diplomatiche europee, citate dall'ANSA, a margine del vertice del consiglio. Zaev aveva detto già alla vigilia del Consiglio Europeo che avrebbe lasciato l'incarico in caso di bocciatura. Le dimissioni potrebbero venir formalizzate lunedì.
Delio Dessardo