Il Montenegro volta pagina. Il ballottaggio per le presidenziali ha vista la netta vittoria di Jakov Milatović, 37 anni, ex ministro dell'economia, formazione occidentale, politico emergente, vicino alla Serbia e leader del Movimento "Europa ora", con il 60 percento circa dei voti. Il presidente uscente Milo Đukanović, del Partito democratico dei socialisti, al potere da oltre 30 anni, sette volte come premier e due mandati come capo dello stato, si è fermato al 40 percento. Al primo turno aveva chiuso in testa, ieri invece Milatović ha avuto l'appoggio di tutti gli altri cinque candidati in lizza due settimane fa, schierati in blocco contro Đukanović. E' la fine di un'era, segnata negli ultimi anni da una forte instabilità politica. Un segnale era arrivato già con le parlamentari dell'agosto 2020 quando il Partito democratico dei socialisti era stato sconfitto, mandandolo all'opposizione per la prima volta negli ultimi trent'anni di potere ininterrotto. Partito che era stato accusato di corruzione, collusione con il crimine organizzato e di autocrazia. Una volta confermati i risultati, da segnalare che l'affluenza è stata relativamente alta, del 70 percento, nella capitale Podgorica e in molte altre località del Paese la gente è scesa in piazza per festeggiare il nuovo presidente con caroselli di auto e bandiere dell'Unione europea. Sarà questa una delle prime sfide di Milatović; portare il paese balcanico, indipendente dal 2006 e membro della Nato dal 2017, nell'Europa comunitaria. Ricordiamo che il prossimo 11 giugno andrà nuovamente alle urne, per le parlamentari anticipate. Con Milatović alla presidenza è da attendersi anche un miglioramento dei rapporti tra Montenegro e Serbia, vista la sua posizione molto più morbida nei confronti di Belgrado, che Đukanović invece accusa di portare avanti una politica egemonica nella regione a difesa delle minoranze serbe.

Delio Dessardo

Foto: MMC RTV SLO/Foto: EPA
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