Non ci sarà alcun patto europeo sull'immigrazione durante la presidenza svedese del Consiglio dell'Ue, che occuperà il primo semestre di quest'anno. La previsione è dell'ambasciatore della rappresentanza permanente della Svezia presso l'Ue, Lars Danielsson, in un colloquio con il quotidiano della City londinese Financial Times, nella quale il diplomatico ha presentato l'agenda di Stoccolma per l'Ue, i cui punti principali sono un maggiore sostegno all'Ucraina e realismo sul libero mercato per controbilanciare chi cerca di inondare l'Europa di aiuti di Stato.
Nell'intervista Danielsson si è soffermato anche sulla politica interna svedese, rassicurando sulla tenuta democratica dell'esecutivo di centrodestra guidato da Ulf Kristersson, del quale fanno parte i Democratici svedesi, formazione di estrema destra ed euroscettica nonostante il nome. E sempre sul tema migrazioni il diplomatico ha affermato che il lavoro legislativo andrà avanti, ma secondo lui un vero e proprio patto migratorio non vedrà la luce prima della primavera del 2024.
Sulla stessa lunghezza d'onda le notizie che arrivano da Londra, fuori dall'Unione europea, ma dentro le questioni migratorie. Il primo ministro inglese, Rishi Sunak, ha puntato gran parte del suo futuro politico sul blocco delle piccole imbarcazioni, con una legislazione che impedirà di fatto a chiunque attraversi illegalmente la Manica di rimanere nel Regno Unito.
Secondo il quotidiano "The Times", la portata del problema immigrazione ha convinto anche coloro che erano inizialmente scettici all'idea di inviare richiedenti asilo in Ruanda. Opinione diffusa e condivisa dell'esecutivo è di fare qualcosa di "grande e audace" per rendere il Regno Unito "una destinazione meno attraente".
Valerio Fabbri