Un esito, quello che uscirà dalle urne questa domenica, che renderà nota la strada che i polacchi sceglieranno di intraprendere nei prossimi quattro anni sia a livello di politica interna, dove la tenuta dei diritti di base è in crisi da anni, sia a livello di politica estera, visto che le scelte del prossimo governo polacco potrebbero incidere sui rapporti con l'Unione Europea e sulla guerra in Ucraina.
I sondaggi più recenti danno circa il 36% a Diritto e Giustizia; 6 punti in percentuali in più di Piattaforma Civica, la coalizione all’opposizione, guidata dall’ex presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk. Secondo Euronews oltre mezzo milione di polacchi all’estero si sono registrati per votare, e gli analisti ritengono che l'ago della bilancia sarà rappresentato dall'affluenza delle donne, sicuramente meno propense ad appoggiare il governo conservatore in carica.
Se i dati dei sondaggi risulteranno veritieri, per la prima volta Diritto e Giustizia potrebbe essere costretto a cercare almeno un alleato di Governo. Tutti gli occhi sono puntati verso Konfederacja, data al 9%, ma la coalizione di partiti di destra ha già fatto sapere di non essere intenzionata a fare alcuna alleanza. Più sicura la formazione del governo nel caso la coalizione delle opposizioni ottenga il numero necessario di preferenze; anche se per molti esiste un rischio concreto di entrare in una situazione di stallo,in cui nessuno dei due partiti principali è in grado di formare una maggioranza.
Oggi, inoltre, i cittadini polacchi saranno chiamati anche a esprimersi su alcune questioni in un referendum che visto la capziosità della domande è stato definito anti-immigrazione. Il tono di due dei quattro quesiti è, infatti, emblematico dell’approccio del partito di Governo e delle sue posizioni populiste ed anti-europee visto che si accusa una fantomatica burocrazia europea di imporre un meccanismo di ricollocazione forzata.
Barbara Costamagna