Alice Weidel. Foto: Reuters
Alice Weidel. Foto: Reuters

Una chiacchierata che si è rivelata meno scoppiettante del previsto, con la quale, però, è stato ribadito l’endorsement all'AfD del broligarca sudafricano, che in apertura di discussione ha subito definito la “Weidel” come “la principale candidata per guidare la Germania”. Questa ha immediatamente attaccato l’ex-cancelliera Angela Merkel, rea di aver chiuso le centrali nucleari e ha messo in dubbio l’utilizzo dell’energia eolica e solare. Una posizione non totalmente condivisa da Musk, che è sembrato, però, concordare sulla fantasiosa rilettura della figura di Hitler fatta dalla Weidel.

Secondo lei al “nazional-socialista” Hitler dopo la guerra sarebbe stata affibbiata “la falsa etichetta di uomo di destra”, mentre il padre del nazismo “era un comunista e si vedeva come un socialista”, tanto che le sue idee antisemite sarebbero state ispirate dai comunisti dell’Urss. Dichiarazioni che hanno fatto sorridere molti, ma che per questo non sono meno preoccupanti anche perché dimostrano l’interpretazione distorta che molti dei membri dell’AfD diffondono del passato della Germania e soprattutto del periodo nazista.

Ricordiamo, che ancora oggi il partito della Weidel è classificato come sospetta organizzazione estremista e che la sua ala giovanile, dalla quale ultimamente l’AfD ha preso le distanze, è considerata dall’intelligence tedesca un vero e proprio gruppo estremista. Nonostante questo, per Musk “la gente deve sostenere l’AfD” perché solo così, ha affermato qualche giorno fa, “la Germania tornerà grande di nuovo”.

Non si arrestano, perciò, le critiche da parte degli altri partiti politici tedeschi che denunciano le iniziative e le dichiarazioni di Musk come pericolose ingerenze, tanto che la Commissione europea a fronte di questo e di altri fatti avvenuti in altri paesi Ue sta portando avanti un’indagine sulla conformità di X con il Digital Services Act.

Barbara Costamagna