Nel corso di un colloquio con il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha motivato la sua decisione di sospendere le operazioni a Mariupol con la necessità di preservare la vita e la salute dei soldati e ufficiali russi. Da parte sua Shoigu ha fatto sapere che, durante l'assedio alla città, sarebbero stati eliminati oltre 4 mila dei circa 8 mila soldati, tra reggimenti ucraini, battaglioni nazionalisti e mercenari stranieri, presenti al momento dell'accerchiamento. Altri 1.500 soldati ucraini si sarebbero invece arresi. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov aveva in precedenza assicurato che il Cremlino avrebbe avuto a breve il pieno controllo della città; Mariupol diverrebbe così il luogo più grande a venir conquistato dai russi dall'inizio del conflitto otto settimane fa. Provvedimenti aggiuntivi per aiutare l'Ucraina sono intanto stati annunciati dal presidente statunitense Joe Biden. Tra le ipotesi si parla di un ulteriore stanziamento in assistenza militare, un pacchetto dal valore di 800 milioni di dollari di aiuti. Anche i ministri delle Finanze del G7 hanno intanto assicurato il loro impegno, assieme alla comunità internazionale, per un ulteriore sostegno all'Ucraina da più di 24 miliardi di dollari nel 2022, dicendosi pronti a fare ancora di più se ciò si rendesse necessario. Immediata la reazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che si è detto lieto dell'esito degli incontri e per il fatto che i paesi alleati abbiano iniziato a capire meglio di cosa Kiev abbia bisogno.
Maja Novak