Foto: Reuters
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Il Premier Robert Golob ha dichiarato che la Slovenia rispetta la decisione della Corte Penale Internazionale sui mandati d'arresto per presunti crimini di guerra e contro l'umanità compiuti da Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant e che la rispetterà pienamente. Il Premier ungherese Viktor Orban ha invece invitato Netanyahu in visita in Ungheria in quanto critico della decisione del tribunale, aggiungendo che Netanyahu non verrà arrestato e che potrà svolgere la visita in sicurezza. La Slovenia è stato l'ultimo Paese dell'Unione Europea a riconoscere lo Stato indipendente di Palestina dopo che il Parlamento ha approvato la decisione con voto di maggioranza. Giovedì scorso la Corte Penale Internazionale si è pronunciata e ha emesso i mandati d'arresto, come si ricorderà, per il Premier Netanyahu, l'ex Ministro della Difesa Gallant e per il comandante di Hamas Deif. Orban ha definito la decisione incredibilmente presuntuosa e cinica, camuffata da decisione giuridica ma in realtà una decisione politica, e che quindi è necessario sfidarla. Secondo la decisione della Corte gli Stati firmatari della Convenzione di Roma dovrebbero osservare lo statuto, che è la base giuridica dalla Corte stessa, e quindi arrestarli e consegnarli al tribunale. L'Ungheria, che ha firmato il trattato nel 1999, è membro della Corte, ma ha ratificato l'adesione solo due anni dopo. A causa di preoccupazioni costituzionali Budapest non ha adottato la Convenzione che riguardava lo statuto e quindi sostiene di non doverlo rispettare. In precedenza l'Ungheria aveva rifiutato la possibilità di arrestare il Presidente russo Putin, anche lui sotto mandato di cattura. Il Procuratore Capo Khan ha intanto invitato i Paesi firmatari a ottemperare l'ordinanza in quanto la Corte non ha l'autorità per farlo, ma tecnicamente ciascuno dei Paesi firmatari sarebbe obbligato ad arrestarli se entrassero nel proprio territorio. Khan ha precisato che si sta continuando a indagare sulla situazione nella Striscia di Gaza e ulteriori aree che includono la Cisgiordania e Gerusalemme est.

Franco de Stefani