Il vertice di Bruxelles, che sarebbe dovuto iniziare alle 16, è stato più volte posticipato. E già prima che i leader Ue si siano riuniti, parlando con i giornalisti, il primo ministro portoghese, Antonio Costa, ha riferito che c'è un accordo sul tavolo per un Recovery fund di 700 miliardi di euro, con 390 miliardi di euro in sovvenzioni e 310 miliardi di euro in prestiti. Ma l'ultima proposta dei leader Ue rimane invariata: 750 miliardi per il fondo di ripresa, 390 per le sovvezioni e 360 per i prestiti.
Anche secondo il premier sloveno, Janez Janša, dopo i grandi passi avanti fatti la scorsa notte, esiste ancora una reale speranza che tra oggi e domani i leader dell'Ue giungano effettivamente ad un compromesso. "Lo stato di diritto garantisce o dovrebbe garantire una politica uniforme per tutti", ha detto Janša a margine del Consiglio Ue, precisando che i leader stanno discutendo anche su come garantire che i fondi europei vengano usati in conformità con i criteri e gli accordi a livello Ue nonché con gli impegni di ciascuno Stato membro. Secondo il premier, la Slovenia si sta impegnando per garantire finanziamenti sufficienti a livello dell'Unione europea, per un equilibrio tra sovvenzioni e persitisi nel fondo per la ripresa e per delle eque dotazioni finanziarie nazionali.
Il capo del governo italiano, Giuseppe Conte, all'arrivo al Consiglio europeo, si è detto "cautamente ottimista. Non stiamo scherzando. Stiamo offrendo una risposta europea e non possiamo scherzare più. Lo dobbiamo ai nostri cittadini colpiti dalla gravità delle conseguenze della crisi: non è tempo di tergiversare", ha aggiunto Conte. Ma "fino a quando non c'è la stretta finale e non valutiamo tutti gli aggiornamenti e le poste contabili dobbiamo essere cauti".
La Spagna intanto "mantiene un atteggiamento di ascolto, empatia verso gli altri e determinazione, con il chiaro obiettivo di avere un accordo e speriamo in un compromesso nelle prossime ore". Lo ha affermato il premier, Pedro Sanchez. "Tutti siamo coscienti che c'è una situazione di crisi, che dobbiamo dare tranquillità a lavoratori e imprese, per questo la Spagna mantiene un atteggiamento di responsabilità, parlando anche con i Paesi meno recettivi del dialogo", ha aggiunto.
E. P.