In mattinata nuovo allarme aereo in tutte le regioni dell'Ucraina per la minaccia di un attacco missilistico di massa da parte delle forze di Mosca. Lo riferisce la stampa di Kiev. Anriy Yermak, capo dello staff del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha intanto annunciato che grazie ad uno scambio di prigionieri, 116 militari ucraini sono stati liberati dalle forze armate russe. Si tratta di "difensori di Mariupol, partigiani di Kherson, tiratori di Bakhmut e altri eroi". Alcuni dei prigionieri liberati sono feriti o malati. Secondo le sue parole, sono inoltre stati restituiti anche alcuni corpi di volontari stranieri morti sul campo. 63 invece i soldati russi liberati in Ucraina.
Secondo il capo del Cremlino, Vladimir Putin, la risposta di Mosca ad un eventuale attacco da parte delle forze ucraine sul territorio russo "potrebbe essere di qualsiasi genere". Lo ha spiegato l'ex capo dello Stato, ora vice presidente del Consiglio di sicurezza, Dmitry Medvedev. In conformità con i documenti della dottrina, ha aggiunto, inclusa la politica statale russa sulla deterrenza nucleare, la risposta sarà "rapida, ferma e convincente". La Russia, ha detto ancora Medvedev, "può quindi usare armi nucleari se armi nucleari o di altro tipo di distruzione di massa vengono usate contro la Russia o i suoi alleati; se riceve informazioni verificate sull'avvio di missili balistici per attaccare la Russia o i suoi alleati e in caso di aggressione convenzionale se l'esistenza dello Stato è in pericolo".
Il vice presidente del Consiglio di sicurezza ha dichiarato ancora che l'invio di ulteriori armi e carri armati in Ucraina da parte dei paesi occidentali incoraggerà soltanto nuovi attacchi dell'esercito russo. Secondo le sue parole, "tutta l'Ucraina che rimane sotto il dominio di Kiev brucerà". Rispondendo alla domanda di una giornalista se l'uso di armi a lungo raggio può costringere la Russia a negoziare con Kiev, Medvedev ha affermato che "il risultato sarà esattamente l'opposto".
E. P.