"La Slovenia continuerà a sostenere la Serbia nel suo processo di avvicinamento all'Unione Europea". Lo ha assicurato il premier Marjan Šarec all'omologa Ana Brnabić, al termine della riunione congiunta dei due governi. Lubiana è decisamente convinta che il posto della Serbia debba essere nell'UE e che non ci siano alternative. Šarec ha ribadito anche la necessità che vengano rispettati precisi principi per l'allargamento, vale a dire il rispetto dello stato di diritto e l'attuazione delle riforme. Per quanto riguarda la collaborazione politica ed economica, la premier serba l'ha definita ottima, senza questioni aperte. In tema di investimenti, è stato sottolineato che sono più di 1.500 le aziende slovene presenti in Serbia con propri capitali, dando lavoro a circa 25 mila persone. Diversi gli incontri a margine della riunione congiunta dei governi. Hanno visto impegnati i titolari dei dicasteri Esteri, Interni, Economia, Infrastruttura, Agricoltura e Cultura. Il capo diplomazia, Miro Cerar, ha affrontato con l'omologo Ivica Dačić temi riguardanti la situazione nei Balcani occidentali, con l'allargamento dell'UE. In materia di successione alla ex Jugoslavia, Cerar ha evidenziato la necessità di completare il processo di spartizione del patrimonio immobiliare costituito da rappresentanze diplomatiche e consolari, sulla base degli accordi già raggiunti. Di correnti migratorie hanno parlato i ministri dell'Interno, Boštjan Poklukar e Nebojša Stefanović;. La Slovenia ha inviato finora 26 pattuglie di agenti alla frontiera serbo-bulgara per collaborare nelle operazioni di controllo per contrastare le migrazioni clandestine. I due ministri hanno discusso pure della collaborazione nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo.
Delio Dessardo